Alla scoperta del Rocket Vinyasa Yoga

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Alla scoperta del Rocket Vinyasa Yoga

Eccoci arrivati all’ultimo articolo riguardo al Rocket Vinyasa Yoga, ultimo argomento del mio podcast:

Yoga trip: come lo yoga può migliorare la tua vita”

Oggi voglio entrare nel profondo di ciò che insegno, dello stile di Yoga che maggiormente mi rappresenta in questo specifico momento della mia vita e con il quale riesco a coinvolgere più persone, accompagnandole in un percorso di crescita ed evoluzione.

Trovo infatti che il Rocket Vinyasa Yoga sia un genere di Yoga veramente coinvolgente, sfidante e al tempo stesso divertente, per restando intenso.

Le origini della pratica

Partiamo dalla definizione che il suo inventore ha coniato per descrivere questa pratica.

“Il Rocket è progettato per risvegliare il sistema nervoso e nutrirlo con il prezioso prana che desidera ardentemente mentre si promuove uno spirito di cambiamento e libertà all’interno della pratica”

A parlare è Larry Schultz, insegnante di Yoga americano formatosi in India con K. Pattabhi Jois, il creatore del più tradizionale e conosciuto Ashtanga Yoga, lo stile dinamico per eccellenza.

Una volta rientrato dall’India a San Francisco, Schulz ha elaborato una pratica più accessibile per i suoi studenti: con spirito d’osservazione riuscì a capire di poter modificare le sequenze tradizionali dell’ashtanga per adattarle alle esigenze e ai desideri degli yogi occidentali, senza cambiarne le tecniche basilari e l’efficaci, ma anzi, potenziandola.

Inoltre, negli anni ’90, Schultz fu ingaggiato dalla famosa band rock Grateful Dead come Personal Yoga Teacher. La band lo volle in tour per diversi anni per migliorare le prestazioni canore prima di ogni concerto attraverso lo Yoga, per essere più focalizzati e creare il giusto atteggiamento mentale.

Durante uno dei tour Bob Weir, il chitarrista della band, chiese a Schultz quale fosse il nome dello yoga che gli stava insegnando. Lui replicò che non aveva ancora coniato un nome per il suo metodo e a quel punto Bob disse:

“Potremmo chiamarlo Rocket Yoga perché ti porta là più velocemente.”

Da quel momento Rocket Yoga fù.

Rocket Vinyasa Yoga: di cosa si tratta

Il Rocket Vinyasa Yoga è costituito da 3 sequenze fondamentali, basate sul classico Ashtanga, privato però delle posture più ostiche e “pericolose”, e con l’aggiunta di tante varianti.

In questo modo, chi si approccia per la prima volta alla pratica, ha l’occasione di imparare in tutta sicurezza.

Le sequenze (l’insieme di Asana, di posture, legate tra loro da dei movimenti detti Vinyasa per via dell’unione del respiro al movimento), con il Rocket Vinyasa Yoga, abbandonano la rigidità del metodo classico, e grazie all’accompagnamento dell’insegnante, si può arrivare a sviluppare l’ascolto della propria voce interiore e quindi esprimerla nella propria pratica, attraverso il movimento.

In questo metodo c’è anche più spazio per la creatività dell’insegnante, che sulla base di una solida formazione, è stimolato ad essere studente lui stesso mentre insegna, adattando la pratica a chi si trova davanti.

Per questi motivi il Guru K. Pattabhi Jois, con cui Schulz si era formato, lo definì ironicamente “the bad man of Ashtanga Yoga!”, ovvero “il cattivo ragazzo dell’Ashtanga Yoga”.

Le superbe sensazioni

Proprio come nell’Ashtanga Yoga, durante una classe di Rocket Vinyasa Yoga, il respiro deve essere ritmato affinché scandisca il movimento, trasportando il praticante su di un’onda in movimento fluido.

Si accede così al flusso di intensa concentrazione, nel quale la mente si spegne e si attiva una percezione espansa del proprio corpo.

La direzione dello sguardo va focalizzata su punti precisi, in modo da limitare le distrazioni e portare l’attenzione verso il proprio interno.

Questa pratica vigorosa richiede impegno ed energia ma è in grado di trasformare in tempi relativamente brevi il corpo e la mente: il corpo diventa più allineato, stabile e via via più forte, resistente e flessibile. La mente diventa più concentrata, e insieme al movimento, più coordinata.

Al termine della pratica si sperimenta un senso di leggera euforia, elasticità e intenso benessere.

La filosofia del Rocket Vinyasa Yoga

La parte che a me piace e nella quale mi ritrovo di più riguardo alla pratica Rocket è soprattuto la parte filosofica che porta con sé, e penso che, proprio come insegna Larry Schultz:

“la filosofia da significato e scopo alla pratica dello yoga.”

In questa filosofia Rocket viene dato spazio alla creatività e all’individualità dell’allievo quanto dell’insegnante, all’importanza di imparare ad interpretare il proprio sentire, ascoltando il corpo e costruendo il proprio stato mentale di sicurezza e benessere unico.

Questa filosofia si basa su dei valori e delle domande.

Schulz considerava importante farsi delle domande, lo definiva “living in the question”: perché voglio praticare? Ho un desiderio spirituale oppure solo fisico? Che cosa voglio imparare a sviluppare?

É importante rimanere saldi nella domanda, fissi in una dimensione di ricerca, fino a quando la risposta arriva da sé.

Queste domande non esistono solo all’inizio o precedentemente la pratica, ma proprio praticando, ne sorgeranno di nuove.

Le domande potrebbero cambiare o restare le medesime. Ciò che diventa cruciale è ascoltare la propria voce interiore e rimanere in queste domande finché le risposte non saranno rivelate.

Rocket Vinyasa Yoga esige coerenza

Un altro valore importantissimo del Rocket Vinyasa Yoga è:

Pratica ciò che insegni, insegna ciò che pratichi.

Coerenza e del lavoro su se stessi.

Personalmente pratico tutti i giorni, più volte al giorno, sperimento anche stili e tecniche diverse, potrei essere definito un nerd dello Yoga e della flessibilità.

Ma la domanda che sempre mi guida è: che cosa posso insegnare se non pratico, se non studio, se non dedico tempo alla disciplina, se non ci metto passione, impegno e conoscenza?

Come posso insegnare una postura se non la so fare io stesso, o se la so fare ma non l’ho vissuta, sperimentata e compresa?

In realtà penso che queste siano le domande che ogni insegnante dovrebbe porsi. Così come ogni praticante.

La pratica stessa insegna: migliora la nostra vita, al di fuori del tappetino che srotoliamo e arrotoliamo a fine lezione.

Cosa rende il Rocket Vinyasa Yoga unico?

Come abbiamo detto, affonda le sue radici nella tradizione dell’Ashtanga Vinyasa Yoga, ma questo stile si diversifica dagli altri Vinyasa (e anche dal Power Yoga) per la sua versatilità, completezza e accessibilità.

Versatile, perché  le sequenze si adattano perfettamente per diventare routine di movimenti che possono fungere da basi solide per poi svilupparsi in creatività.

Completo, perché è considerato una pratica tutto compreso, all-inclusive!

Accessibile, perché fornisce un format standard, raggiungibile dai praticanti di ogni livello, portando con sé i benefici delle posture tradizionali, senza richiedere doti eccessive di flessibilità o forza.

Proviamo insieme il Rocket Vinyasa Yoga

Con questo ultimo Yoga sharing, vi ricordo che potete trovarmi online, sulle pagine social e dal vero, sbirciate sui miei canali per connetterci e praticare insieme. Sarà un altro bel viaggio!

Vi aspetto per una lezione di Yoga a Rimini o Online



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