30 Giu Mindfulness e oche selvatiche
Eccoci a metà del nostro percorso alla scoperta dei benefici dello Yoga. Mi preme approfondire, attraverso questo articolo, il discorso riguardo all’approccio alla meditazione Mindfulness di cui ho parlato anche nel mio podcast:
“Yoga trip: come lo yoga può migliorare la tua vita”.
Che cos’è Mindfulness?
La meditazione Mindfulness è stata pensata negli anni ’70 dal medico biologo John Kabat-Zinn allo scopo di aiutare le persone che soffrivano di dolore cronico, ansia e depressione. Ad oggi si tratta dell’approccio occidentale alla psicologia e alla meditazione tradizionale buddista.
Meditare significa portare l’attenzione in maniera intenzionale all’esperienza del momento presente, in maniera gentile, ferma e non giudicante. Meditare significa allenare la propria mente, la propria attenzione dirigendola con la nostra forza di volontà, di volta in volta, su un punto che possiamo chiamare anche oggetto della meditazione: ad esempio il respiro o le sensazioni del corpo o il movimento, notando la naturale tendenza dell’attenzione della mente ad andare da un’altra parta, da un pensiero all’altro, da una distrazione ad un’altra.
Ogni volta che riusciamo a notare questo vagabondare della mente, cioè tendenza a vagare, cerchiamo di riportare la mente al punto scelto, all’oggetto scelto, senza giudicarsi o se questo avviene, osservare gli eventuali giudizi per lasciarli andare, senza attaccarci ad essi.
Falsi miti
Meditare non significa svuotare la mente, questo è impossibile. Sarebbe come cercare di fermare in un battito di ciglia un treno in corsa che sta andando 200 km all’ora.
Significa invece entrare dentro quel treno in velocità, sedersi ad osservare il panorama dal finestrino e quando il treno si ferma, eventualmente, scendere da quel treno per farsi una passeggiata.
I pensieri non si fermano con una bacchetta magica. Non c’è una ricetta miracolosa. Esiste però una strada da percorrere per coltivare la relazione con noi stessi, esiste una direzione che ci porti verso la meta. Meditare significa imparare un atteggiamento nuovo, fatto di curiosità, pazienza, osservazione e gentilezza, in una sola parola: apertura.
I fatti realmente accaduti
Mark Twain, scrittore e aforista, scrisse:
“Sono passato attraverso momenti davvero terribili nella mia vita, alcuni dei quali sono realmente accaduti”
Twain ce lo svela con tono sarcastico, ironico, ma di fatto mette in scena una grande verità: molto spesso siamo noi stessi a crearci delle situazioni di disagio e sofferenza, attraverso preoccupazioni, paure, ansie che potremmo evitare.
La meditazione Mindfulness è quindi uno strumento che possiamo utilizzare per imparare a ridurre, fino ad eliminare, la sofferenza che ci creiamo in maniera inconsapevole.
La mente pilota automatico
Immaginiamo i nostri antenati nella savana, non credo avessero il tempo di mettersi attorno al fuoco a danzare, ridere e scherzare, bevendosi uno spritz a fine giornata!
Molto probabilmente non potevano permetterselo perché la vita era molto pericolosa, con grande probabilità c’era una tigre dai denti a sciabola, affamata e nascosta dietro ad un cespuglio, pronta a fare un bel banchetto. Per sopravvivere i nostri avi hanno dovuto imparare a ricordare i possibili pericoli per anticiparli e mettersi in salvo: è per questo che si tende a ricordare meglio le esperienze spiacevoli, anziché quelle piacevoli, perché la mente è uno strumento di sopravvivenza.
Ricordiamo le esperienze passate per prevenire pericoli futuri e non c’è nulla di male in questo se non fosse che la vita di oggi è molto diversa da quella dei nostri antenati, sotto molti aspetti. Non ci sono più i pericoli di un tempo, non corriamo più il rischio di incappare in tigri dai denti a sciabola nelle nostre città, ma il nostro cervello nelle sue strutture e funzioni base, è rimasto lo stesso.
Allora dov’è il problema?
Il problema è il pilota automatico che la nostra mente inserisce in tante situazioni. Anche se inneschiamo automatismi non è detto che siano utili e sani per noi. Non abbiamo più bisogno di utilizzare quei meccanismi di anticipazione del pericolo che fanno parte della parte più antica del nostro cervello e che, se utilizzati in eccesso, diventano malsani. Almeno non sempre.
La nostra mente procede per schemi che diventano automatici creando abitudini che richiamano stati mentali, anche negativi.
Una eccessiva reattività può diventare aggressività, una eccessiva paura può trasformarsi in ansia cronica fino a diventare ansia generalizzata o panico e fobia. Una paura forte può portarci all’immobilizzazione, il cui risvolto psicologico è la depressione.
La nostra mente si è evoluta per vivere in gruppo, prima nelle tribù e ora in una società strutturata che prevede alla base una serie di relazioni sociali che intessiamo quotidianamente. Siamo strutturati per entrare in connessione con l’altro e il problema nasce quando inneschiamo il pilota automatico, perdendo la capacità di entrare in connessione con noi stessi e con gli altri.
Il pilota automatico che fa perdere la consapevolezza del momento presente.
Essere presenti con la Mindfulness
Il primo passo per una mente sana è essere presenti. La presenza richiede apertura, coraggio e ascolto.
Apertura verso le tutte esperienze, piacevoli e non. Imparando a stare con quello che c’è, è possibile sviluppare la fiducia, che è il primo passo per la connessione con se stessi e con gli altri.
Accresce il coraggio, che è ciò che serve per stare davanti alle emozioni negative ,senza scappare e senza giudicarle. Evitare un problema significa affrontarlo di nuovo, ciclicamente. Possiamo scoprire che le tutte emozioni, anche quelle più difficili, sono transitorie.
Ascolto è “stare”, “essere con”.
La meditazione Mindfulness ci aiuta a riconoscere le tendenze della mente, questi meccanismi automatici, insegnandoci a lasciarli andare e rimanere nel momento presente, proprio come fanno le oche di Mary Oliver.
“Intanto le oche selvagge, alte nel puro aere blu,
son di nuovo sulla rotta verso casa.Chiunque tu sia, non importa quanto solo,
il mondo offre se stesso alla tua immaginazione,
come le oche selvatiche ti chiama, aspro ed eccitante –
annunciando ancora e ancora il tuo posto
nella famiglia delle cose.”
E mentre voi sperimentate il momento presente, io vi aspetto per una lezione di Yoga a Rimini o Online