09 Dic Lo yoga e le 5 fluttuazioni della mente
Molto spesso quando si parla di yoga nel linguaggio comune lo si tende a considerare prevalentemente dal punto di vista fisico, come un’insieme di posture dette asana per migliorare il corpo nella sua funzionalità, per allungare i muscoli e i tessuti, e parte più filosofica non viene presa in considerazione.
Se è vero che lavorando sul proprio corpo si hanno benefici anche a livello mentale, può essere utile sapere che lo scopo dello yoga è quello di portare equilibrio tra la parte fisica, quella mentale e spirituale.
Secondo la filosofia yoga, prendendo come testo di riferimento gli “Yoga-sutra” di Patanjali esistono cinque modi di funzionare della mente e sono: la corretta percezione, percezione sbagliata, le fantasie, il sonno e la memoria (Sutra 1.6).
Questi cinque modi di funzionare della mente possono essere a loro volta suddivise in fastidiose e non fastidiose (Nel seconda parte del libro Patanjali poi descriverà i cinque tipi di sofferenza dette Kleshas che sono: ignoranza, egoismo, avversione, desiderio e paura).
A questo punto è utile sottolineare che questi cinque modi di funzionare della mente e che possono generare sofferenza in questo ultimo caso hanno origine da questi Klesha (che esamineremo in un altro articolo) e non da uno stato di gioia, pace e soddisfazione.
La seconda considerazione importante da fare è che i processi mentali che creano sofferenza danno poi origine a delle tracce o impronte subconsce, i cosiddetti samskara. Diamo un’attimo un’occhiata al concetto di taccia/impronta subconscia.
Come spiega bene nel suo libro “Ashtanga yoga” Gregor Maehle dice che:
“Se ci arrabbiamo, questa emozione lascia un’impronta nel nostro sub-conscio. La prossima volta che ci troveremo in una situazione simile la nostra mente la confronterà con le informazioni accumulate dal passato, ed in quel caso il sub-conscio le dirà di arrabbiarsi di nuovo. La differenza tra un’impronta così come l’abbiamo descritta sopra e la memoria è che non possiamo avere accesso in modo intenzionale all’impronta. Ogni emozione o esperienza ha la tendenza a ripetersi o manifestarsi di nuovo così da lascere un’impronta o una tendenza nel sub-conscio. Questo può causare problemi.
Per gli yogi la questione delle tracce o impronte sub-consce è molto importante perchè queste tracce che creiamo oggi determineranno le nostre azioni domani. Queste impronte hanno origine dalle Vrittis , o fluttuazioni mentali, e a loro volta producono nuove onde o fluttuazioni mentali. Queste onde continuano a riprodurre nuove tracce sub-consce e in questo modo il processo continua all’infinito.
E per questo motivo che, continua Maehle, gli Yogi si concentrano per allenare la mente ad essere focalizzata su un solo punto o ad entrare in uno stato di sospensione (Nirodha).
Concentrata su un solo punto o focalizzata significa che solo quei pensieri che favoriscono lo stato mentale che si ricerca con la pratica yoga sono presenti; sospesa significa che non sono presenti fluttuazioni mentali.
Le fluttuazioni mentali fastidiose sono quelle che ci portano a vedere la realtà in maniera errata.
Questo di conseguenza crea ignoranza (Avidya), egoismo (Asmita), e sofferenza (Dukkha).
Le onde mentali non fastidiose o non problematiche sono quelle che ci conducono a percepire la realtà in maniera corretta. Percepire la realtà in maniera corretta conduce a sviluppare la conoscenza discriminativa e la libertà.