14 Mag Dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso il percorso yoga
I recenti studi ed approcci nelle scienze umane stanno dando molta importanza alla cura del corpo, e alla esplorazione delle sensazioni corporee, incluse le emozioni, per quanto riguarda il benessere e l’equilibrio. In particolare si è visto come le esperienze negative abbiano effetti sulla persona anche dal punto di vista psico-fisiologico, oltre che comportamentale. Gli studi derivanti dalla Teoria Polivagale di Stephen Porges ad esempio, ci mostrano come le esperienze emotivamente sovverchianti e le ferite emotive vadano ad attivare determinati stati mentali che possono essere definiti in base alle caratteristiche delle funzioni vitali quali il respiro, il battito del cuore, la circolazione sanguigna, la presenza dei neurotrasmettitori e di determinati ormoni le quali, determinano appunto i nostri stati interni, le nostre emozioni, sensazioni, pensieri e comportamenti. Con il termine “neurocezione” Porges indica la capacità dell’essere umano di definire i propri stati interni i quali spesso non sono coscienti, ma inconsci.
Per gran parte del 900 la psicologia e la psicoterapia è stata orientata per lo più allo studio e all’intervento sui processi cognitivi, mentali, cercando di agire attraverso la parola e le varie tecniche appartenenti ai vari approcci (psicodinamico, cognitivo,comportamentale, sitemico ecc..), sulla psiche escludendo il regno del corpo e tentando di modificare così la personalità e il carattere, il corportamento , nel tentativo di curare e alleviare gli effetti e le conseguenze delle esperienze nega.
Dall’altra parte abbiamo il mondo delle tecniche tradizionali quali lo yoga, le tecniche dei popoli tribali i quali, essendo più orientati ad una modalità dell’essere, per usare un concetto facente parte dell’approccio Mindfulness, e cioè essendo meno razionali e più radicati nella percezione delle sensazioni corporee, hanno sviluppato e portato avanti per millenni pratiche curative differenti che, partendo appunto dalle sensazioni corporee, dal movimento e dalla postura, e utilizzando il canto o il ritmo creato da appositi strumenti andavano e vanno, direttamente ad agire sul corpo, per cercare di curare o ristabilire un equilibrio interrotto dagli eventi traumatici.
Gli interventi del primo tipo vengono definiti oggi giorno interventi Top-down, che agiscono cioè dall’alto, dalla parte cognitiva per andare a modificare e/o influenzare la parte emotiva e sensoriale mentre le tecniche del secondo tipo vengono definite interventi Bottom-up, partono cioè dal basso, direttamente dal corpo per andare a lavorare sul ripristino del senso di connessione e di integrità/unità interrotto.
I concetti di interventi bottom-up e top down sono utili per collegare in questo momento storico di forte cambiamento culturale il mondo delle tecniche tradizionali e quello degli studi moderni e per mettere un po’ di ordine nella moltitudine di conoscenze. Gli studi e le ricerche sul sistema nervoso autonomo, sul cervello e sugli effetti delle esperienze negative hanno ormai chiarito l’importanza di una visione integrata all’essere umano e che prendi in considerazione il lavoro sul corpo, e questo comporta la presa di consapevolezza del potenziale curativo di tecniche con radici antiche quali lo yoga e altre appartenenti ai popoli tribali, come ad esempio il mondo dei nativi del Nord America, delle quali mi occupo ormai da decenni. Il fine di queste tecniche è quello di poter sviluppare un senso di connessione più profondo e radicato con se stessi, con gli altri, e con il mondo che ci circonda, compreso il mondo della natura, ristabilendo un equilibrio tra le varie parti ovvero la mente, il corpo, le emozioni e lo spirito.