E vissero tutti felici e contenti

E vissero tutti felici e contenti

Continuiamo a parlare dell’importanza di coltivare un giusto stato mentale per vivere felici e contenti, in equilibrio e in armonia con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda.

Se vi interessa particolarmente questo argomento potete trovarne una versione più estesa nel mio podcast:

“Yoga trip: come lo yoga può migliorare la tua vita”.

Il giusto stato mentale che ci permette di essere felici e contenti

Per giusto stato mentale intendiamo una mente concentrata, capace di rimanere con l’attenzione nell’esperienza del momento presente.

Siamo fin troppo abituati a giudicare le nostre azioni e i nostri pensieri. Per smorzare il forte senso di autocritica è invece importante coltivare insieme alla consapevolezza la qualità della gentilezza e compassione verso se stessi e verso gli altri. Questo è alla base di un giusto stato mentale che ci permetta di essere felici e contenti!

Prendo in prestito un esempio di un altro grande maestro, Ronald Siegel, che ci fa l’esempio del cecchino.

Il cecchino ha una attenzione molto focalizzata, immaginatelo per ore ed ore in cima ad un palazzo, in attesa del giusto momento. Ogni minima distrazione può essere determinante nel commettere un errore.

Potremmo pensare che, al di là del mestiere totalmente discutibile, sia molto consapevole dell’esperienza del momento presente.

In realtà gli manca la qualità della compassione.

Un cecchino non ha compassione e non deve averla per svolgere il suo compito. Un cecchino non prova empatia.

Si può sviluppare una attenzione super focalizzata che però non è per forza mindfulness. Attraverso la pratica della consapevolezza vogliamo sviluppare la capacità di stare nel momento presente ma vogliamo anche imparare a stare con le emozioni, anche quelle più difficili, complesse da sopportare.

Una vita consapevole

Sfatiamo un pregiudizio, una falsa credenza: nessuno ci chiede di essere dei santi!

Quello che possiamo fare è però vivere pienamente e in maniera consapevole senza farci sopraffare dai pensieri, dalle preoccupazioni, dalle emozioni negative.

Si attivano pensieri negativi quando ci sono degli schemi mentali che si ripetono rendendoci schiavi, persi in una sorta di vortice (vortice del karma).

Freud chiamava questo meccanismo coazione a ripetere, nella Mindfulness si parla del pilota automatico e negli Yoga Sutra si parla di Vritti.

Si tratta comunque di turbinii o fluttuazioni della mente.

Siamo così bravi nell’evitare le emozioni difficili, lo facciamo in modo automatico, senza consapevolezza e questo ci limita anche nel percepire e godere delle emozioni positive.

Come cambiare gli schemi negativi

Come si interrompe il flusso mentale vorticoso?

Abbiamo diversi strumenti: primo tra tutti il respiro, poi il movimento attraverso le Asana (le posture) e la meditazione consapevole che ci può portare alla conoscenza dei meccanismi della mente.

Proviamo insieme, adesso a fare la respirazione quadratica che è risultata molto efficace nel ridurre l’ansia e indurre uno stato calmante di presenza e connessione col proprio corpo.

Sedetevi in una posizione comoda, con la schiena leggermente appoggiata dietro e le mani posizionate vicino alle ginocchia o sopra di esse.

La spalle sono rilassate e potete visualizzare un filo che attraversa il centro della testa e scende lungo la colonna vertebrale, allineando le eventuali curvature fisiologiche della schiena.

Il mento scende leggermente verso il petto.

Ora, portando l’attenzione alle sensazioni dei punti di contatto del corpo, osserviamo le piante dei piedi appoggiate a terra, i glutei, le cosce, la schiena appoggiata dietro.

Con la prossima espirazione lasciamo andare e iniziamo a portare l’attenzione alle sensazioni di passaggio dell’aria nelle narici.

Se ci accorgiamo della tendenza della nostra attenzione a distrarsi, ad andare in qualche pensiero, immagine, suono o rumore, semplicemente osserviamo, lasciamo andare per riportare l’attenzione alle sensazioni del respiro.

Ora iniziamo ad osservare il percorso dell’aria che entra attraverso il naso, scende lungo la gola e arriva fino ai polmoni, espandendo leggermente il torace. Nell’espiro l’aria fa il percorso inverso.

Prendiamo consapevolezza della lunghezza dell’inspiro e dell’espiro e dalla prossima respirazione inizieremo ad allungare di 5 secondi sia l’inspiro che l’espiro.

Bene come vi sentite adesso? Notate qualche cambiamento? Che sensazioni, emozioni, pensieri avete sperimentato?

Trasformazione

Con lo yoga vogliamo imparare a trasformare il nostro corpo, la nostra mente, la nostra percezione della realtà, anche attraverso il linguaggio che usiamo. Perché è da una percezione della realtà distorta che si crea il nostro inferno sulla terra, così come da una percezione corretta possiamo creare il nostro paradiso.

E adesso attenzione perché la prima causa della sofferenza secondo lo Yoga è l’ignoranza, anche chiamata Avidya, cioè mancanza di conoscenza.

L’ignoranza è la conoscenza sbagliata ed è l’opposto della corretta conoscenza.

La storia della corda e del serpente

Un uomo camminava su una strada al tramonto, ad un certo punto vide qualcosa di arrotolato sul sentiero, pensò subito ad un serpente ma in verità era una corda appoggiata a terra. Spaventato scappò via.

La nozione sbagliata di serpente lo condusse all’ignoranza del confondere un serpente con una corda.

Una volta tornato al villaggio, raccontò a tutti di aver incontrato un serpente sulla sua strada.

Il caso volle che un un altro uomo del villaggio avesse percorso la stessa strada durante lo stesso giorno e che ricordasse di aver visto una corda appoggiata sul terreno.

Allora andò dall’uomo del serpente e lo invitò su quella strada, mostrandogli che l’oggetto era in realtà una corda.

Fu un vero e proprio risveglio per l’uomo che credeva di aver visto un serpente!

Ed è proprio così: una volta che la corda è conosciuta, la conoscenza sbagliata (Avidya) è sostituita dalla conoscenza corretta (Vidya) ed è così che l’ignoranza se ne và.

Lo stato di presenza

Il modo migliore per imparare a percepire in modo corretto e vivere felici e contenti, è coltivare uno stato di presenza: presenza e consapevolezza del respiro, del proprio corpo, dei propri pensieri e delle proprie emozioni.

Questa consapevolezza che porta alla conoscenza e alla felicità si può sviluppare molto più facilmente attraverso la pratica dello Yoga ed è per questo che io vi aspetto presto per una lezione di Yoga a Rimini o Online



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