21 Lug Yoga arte e scienza: un bel freestyle!
Continuando il nostro viaggio, oggi ho deciso di parlarvi del mio approccio allo Yoga, un approccio che cerca di integrare il punto di vista dell’arte yogica con la scienza occidentale. Potete trovare una spiegazione più approfondita di questo aspetto nel mio podcast:
“Yoga trip: come lo yoga può migliorare la tua vita”.
Arte e scienza nello Yoga
Una volta lo scultore e pittore George Braque disse:
“L’arte disturba, la scienza rassicura”.
Siamo d’accordo? È così?
Per me la pratica dello Yoga è come un’arte nel senso che attraverso le Asana (le posture) e quindi la scienza, possiamo scolpire i nostri corpi, migliorandone la mobilità. Con la pratica e la costanza, nel tempo cambia proprio la struttura mio-fasciale.
Quando allunghiamo il corpo, quando facciamo stretching, non allunghiamo solo i muscoli ma l’intera struttura che avvolge il nostro corpo, chiamata mio-fascia.
La mio-fascia è come un guanto che avvolge tutti i muscoli connettendoli tra loro e la scienza dice che con una pratica di allungamento continua e costante ci vogliono dai 6 mesi in sù per modificarne l’intera struttura.
La scienza è arte delle emozioni
La nostra postura di oggi è la nostra storia accumulata, cristallizzata e questo lo dice la psicologia Yogica.
Vi ricordate quando abbiamo parlato dei condizionamenti, delle abitudini che si accumulano andando a modificare la postura?
Ecco, la psicologia occidentale lo dice ormai da tempo che il nostro carattere si forma in gran parte nei primi 3-5 anni di vita e che all’inizio la psiche è fusa con il corpo.
Che cos’è il carattere? Che cos’è la nostra mente?
All’inizio il bambino non ha una mente razionale, separata dal corpo, vive in uno stato di integrazione. Pensate a quando ancora non parla: il bambino è movimento, è emozioni, è istinto e corpo.
Man mano che cresce e riceve i primi “no”, le prime frustrazioni (necessarie alla crescita), inizia a strutturare il suo carattere, la sua personalità. Questi “no” vanno a creare delle tensioni fisiche e ad irrigidire il corpo, creando una sorta di protezione, di corazza.
Uno dei primi psicologi che ne parlò fu Wilhem Reich, un brillante allievo di Freud che vide ed esaminò questa correlazione tra personalità e postura e coniò il termine corazza o armatura caratteriale.
Scoprii che molti problemi psicologici si riflettono in atteggiamenti posturali. Le emozioni, quindi, si depositano nel corpo.
Reich scoprì che è possibile lavorare per sbloccare determinate emozioni depositate nel corpo, nella mio-fascia, e questo sblocco può avvenire attraverso una combinazione di tecniche che utilizzano il respiro, il movimento, il massaggio oltre all’uso della parola.
Yoga e psicologia
Lo Yoga non può e non deve essere confuso con la psicoterapia.
La pratica dello Yoga può fungere da supporto perché ci dà la possibilità di riappropriarci del nostro corpo, della connessione con le nostre viscere e quindi con le emozioni.
Le emozioni più intense sono nel corpo, l’abbiamo detto e ridetto, e ora sappiamo che attraverso le tecniche dello Yoga possiamo imparare ad autoregolare il nostro sistema nervoso centrale e quindi le nostre emozioni, i nostri stati della mente e i nostri pensieri. Lo Yoga come cambiamento di stato mentale.
Quando le emozioni sono troppo intense o c’e un problema che non riusciamo a gestire, abbiamo bisogno di un supporto, di un aiuto specifico che solo un professionista psicologo o psicoterapeuta può darci. Chiaramente lo Yoga da solo non è sufficiente a risolvere i problemi più profondi.
A volte capita che addirittura ci si avvicini alla pratica dello Yoga con aspettative magiche, come fosse una via di fuga dall’affrontate i problemi. Questa dinamica si chiama spiritual by-pass
Chi inizia un percorso Yoga lo fa per migliorare la propria situazione psico corporea e questo atteggiamento, questo punto di partenza, è sicuramente sano ed equilibrato.
Ray Long dice:
“Praticare yoga non è necessariamente il percorso con meno resistenza e fatica. Sebbene la parola sanscrita Asana che significa postura si traduce in “confortevole e comoda”, la maggior parte delle posture yoga non sono ne confortevoli ne facili. Lavorarci su, in ogni modo, rende la nostra vita quotidiana più facile.”
Parola d’ordine: anatomia
Perché integrare la scienza occidentale con l’arte tradizionale dello Yoga?
Lo Yoga tradizionale vede l’uomo come attraversato da linee energetiche, prende in considerazione il sistema dei Chakra e crede che ogni squilibrio fisico, psicologico ed emotivo debba essere curato, spostando l’energia nelle varie parti del corpo.
La scienza occidentale aggiunge a questa visione le conoscenze anatomiche, fisiologiche che ci permettono di utilizzare le posture in maniera più precisa, efficace e sicura.
Per esempio supponiamo che vogliate migliorare la posizione del ponte.
Oltre che essere bello e utile farlo, in quanto seguire correttamente questa Asana significa migliorare la flessibilità e la mobilità delle spalle, della schiena, dei flessori dell’anca e del muscolo Psoas, migliora anche e soprattutto la parte frontale del corpo.
Quindi, la conoscenza dell’anatomia, della bio-meccanica e della fisiologia, ci permetterà di eseguire l’Asana del ponte con precisione e sicurezza.
Posizionando le mani e i piedi in modo corretto, attivando i muscoli nelle corrette sequenze, utilizzando i diversi tipi di respirazione, sapendo quali muscoli allungare… Tutte queste conoscenze ci permetteranno di essere più consapevoli e di migliorare la nostra postura in modo sicuro con risultati garantiti.
Le regole della scienza
Vi faccio un altro esempio: per allungare un muscolo bisogna contrarre il muscolo opposto, chiamato antagonista!
Facciamo una prova insieme: mettetevi in piedi con le gambe distese, piegate le ginocchia e appoggiate le mani sopra le tibie. Se volete allungare la parte posteriore della coscia dovrete attivare i quadricipiti e cioè la parte anteriore! Provate! Più attiverete i muscoli anteriori e maggiore sarà l’allungamento o distensione dei muscoli posteriori.
Se siete molto rigidi, sentirete molta tensione e scenderete poco! Dal’altra parte, se non attiverete i muscoli anteriori non avrete stabilità ne allungamento.
Questo avviene perché esiste un organo chiamato organo del Golgi che è un’arco riflesso, ovvero un recettore situato su un tendine che segnala un aumento di tensione nel muscolo.
Questo segnale arriva alla spina dorsale dalla quale parte un altro nervo che arriva al muscolo opposto, dandogli il segnale di allungarsi in segno di autodifesa.
Questo meccanismo protegge i tendini è una risposta di rilassamento e può essere utilizzato per creare allungamento nelle parti desiderate.
Yoga free style
Questo il bello della conoscenza, dell’apertura e dell’integrazione.
Non c’è mai fine all’imparare cose nuove, d’altronde lo Yoga è un viaggio di ricerca e di scoperta.
Noi siamo un pò free style, liberi di integrare e di creare nuovi punti di vista, nuovi approcci e nuove possibilità di cambiamento. Ci sentiamo presto per l’ultimo tassello di questo piccolo viaggio del nostro YogaTrip
E mentre voi fate un pò di free style tra l’arte dello Yoga e della scienza, io vi aspetto per una lezione di Yoga a Rimini o Online