09 Giu Tanti yoga, un solo amore
Oggi affrontiamo insieme il tema dei vari stili di Yoga e di come orientarsi nella scelta dello stile giusto. Ho trattato questo argomento in modo approfondito anche nel mio podcast:
“Yoga trip: come lo yoga può migliorare la tua vita”.
La meditazione: parte fondamentale dello yoga
Sapete cos’è la meditazione Mindfulness? È un approccio occidentale alla meditazione tradizionale buddista e la meditazione è una parte fondamentale della disciplina dello yoga. Ha tantissimi benefici, tra cui quello di insegnarci a vivere nel momento presente. Attraverso la meditazione possiamo imparare a “stare”, a “essere”, quindi esistere senza fare per forza qualcosa. Imparando ad osservare senza giudicare i pensieri che abbiamo, le sensazioni e le emozioni che proviamo, con l’aiuto del respiro, iniziamo ad entrare in uno stato di calma, può sorgere un senso di pace, di tranquillità nel quale sentirsi al sicuro.
La meditazione agisce sul sistema nervoso centrale, disattivando la risposta dello stress che è mediata dal sistema simpatico, la parte del cervello che ci prepara, ad esempio, all’attacco, alla fuga o all’immobilizzazione che sono le tipiche risposte di pericolo così tanto frequenti nella nostra quotidianità. Attraverso la meditazione possiamo quindi attivare l’altra parte del nostro cervello governata dal sistema parasimpatico, in particolare dal nervo vago, che ci permette di rallentare e lasciare spazio ad un senso di sicurezza, connessione e benessere.
Questo per ribadire che lo yoga non è solo una disciplina che coinvolge il fisico ma la ricerca di una connessione tra mente e corpo e il tentativo di mantenere tra loro un dialogo costante e positivo.
Le asana: parte fisica dello yoga
La parte fisica dello yoga consiste invece nelle posture, chiamate asana in sanscrito, l’antica lingua indoeuropea.
A cosa servono le asana? Dal punto di vista anatomico, servono a migliorare la mobilità, la flessibilità, la forza, riequilibrando la postura e facendo passare squilibri o eventuali dolori dovuti a tensioni accumulate, posture sbagliate. Dal punto di vista psicologico, le asana stimolano determinate sostanze del nostro corpo, come gli ormoni, i neurotrasmettitori – serotonina, adrenalina, dopamina – che sono collegate alle emozioni e allo stato d’animo.
Ma se andiamo ancora più in profondità, affondando le radici nella tradizione, le asana spostano il prana – che è la nostra energia vitale – da una parte ad un’altra, riequilibrando tutte le nostre parti.
La scelta dello stile di yoga più adatto
Esistono numerosi stili di yoga ed è difficile orientarsi nello scegliere lo stile adatto ai propri bisogni e alle proprie propensioni, specialmente all’inizio. Partiamo da una prima macro suddivisione che possiamo identificare tra yoga dinamico e yoga statico.
Mettendo a confronto i due grandi insiemi, gli stili di yoga statici, che semplificando possiamo racchiudere sotto il termine Hatha Yoga, mantengono le posture o asana per tempo prolungato, per alcuni minuti. Non è richiesto un uso attivo del respiro. Sono pratiche più lente e di solito si eseguono poche posture. Il lavoro è focalizzato sull’allineamento del corpo nel tempo e sulla postura per migliorare la flessibilità in modo lento e costante.
Negli stili dinamici e moderni come il Rocket®, il Power Yoga e l’Ashtanga Vinyasa, le posture si tengono generalmente per 3-5 respiri, è richiesto un uso attivo del respiro e le pratiche sono molto intense. Provocano calore interno, stimolano molto il sistema nervoso centrale simpatico e parasimpatico e lavorano sia sulla forza che sulla flessibilità, attraverso la coordinazione del respiro e del movimento. In queste particolari tecniche la focalizzazione dell’attenzione sulla coordinazione tra respiro e movimento, ci permette di accedere ad uno stato di intensa e profonda concentrazione chiamato stato di flusso, o flow state.
Numerose ricerche psicologiche, stanno dimostrando come in questo stato di flusso si possa accedere alle proprie potenzialità, ad uno stato di gioia e pace e numerosi atleti in ambito sportivo lo utilizzano per massimizzare le proprie prestazioni.
Uno stile non esclude l’altro
Personalmente, dopo diversi anni di ricerca, ho trovato nella mia personale pratica un equilibrio nell’utilizzo di entrambi i sistemi e penso che servano entrambi, in quanto il corpo ha bisogno sia di staticità che di movimento, sia di flessibilità che di stabilità e forza.
Se consideriamo, però, lo stile di vita odierno, che come sappiamo è ormai frenetico per tutti, si lavora tanto e il tempo per se stessi sembra sempre poco, bisogna scegliere, e dovendo scegliere come punto di partenza ci si dovrebbe chiedere:
Nella mia vita quotidiana sono più statico o dinamico?
Se sto molto fermo in ufficio o al lavoro potrei pensare di scegliere uno yoga dinamico perché il corpo ha bisogno di muoversi. Viceversa, se ho una vita molto attiva, potrei pensare di aver bisogno d una disciplina statica per rallentare.
Questo potrebbe essere un primo criterio ma sapete bene che siamo esseri complessi e la risposta non è semplice. Ognuno può trovare la propria imparando a distinguere tra bisogno e desiderio.
Il ruolo dell’insegnante
L’insegnante di yoga per me è il facilitatore di un processo di apprendimento e cambiamento, alla scoperta di se stessi e delle proprie potenzialità, spesso nascoste. Invita al raccoglimento e, attraverso gli strumenti dello yoga, ad un nuovo modo di percepirsi e di ascoltarsi. Quando insegno osservo chi ho trovo di fronte, mi metto in ascolto, disposto ad imparare dall’unicità di ogni allievo e allieva. Questo per me è un grande privilegio.
Cercate qualcuno che vi ispiri, per competenze, fiducia e motivazione, io vi aspetto per una lezione di Yoga a Rimini o Online